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Mindful Eating: facciamo il punto.

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La mindful eating rappresenta un approccio emergente e sofisticato per ottimizzare la relazione tra individui e alimentazione, volto a migliorare la gestione alimentare quotidiana e il benessere generale. Fondata sui principi della mindfulness, questa pratica si concentra sull’esperienza fenomenologica del momento presente, promuovendo scelte alimentari più consapevoli e intenzionali. Questo articolo esamina in profondità i benefici della mindful eating, con particolare attenzione alle evidenze scientifiche rilevanti per i Biologi Nutrizionisti.

Definiamo la Mindful Eating

La mindful eating si basa sull’applicazione della consapevolezza intenzionale durante l’atto alimentare, un concetto che implica il coinvolgimento attivo e non giudicante nei confronti del cibo. L’obiettivo principale è quello di focalizzare l’attenzione sugli aspetti sensoriali del mangiare, come gusto, aroma, e consistenza, nonché sui segnali fisiologici di fame e sazietà. Il concetto è radicato nel principio di mindfulness, che deriva dall’approccio contemplativo di Jon Kabat-Zinn (1990), biologo statunitense, pioniere della mindfulness moderna e fondatore del programma di Riduzione dello Stress Basato sulla Mindfulness (MBSR), mirato a essere presenti nel momento e ad accogliere in modo aperto pensieri, emozioni e sensazioni corporee. Evidenze scientifiche hanno dimostrato che la mindful eating può facilitare una relazione più positiva e sana con il cibo, migliorando sia il comportamento alimentare sia il benessere generale dimostrandosi sicuramente in grado di indurre anche perdita di peso anche senza un programma dietetico convenzionale (Ref).

Quali sono i benefici della Mindful Eating secondo la letteratura?

L’adozione della mindful eating può offrire alcuni benefici che risultano particolarmente rilevanti per i pazienti. Di seguito, vengono analizzati i principali benefici, supportati da letteratura scientifica pertinente. Diamo un rapido sguardo alla letteratura scientifica per capire quali sono, realmente, i benefici della Mindful Eating nel controllo dell’alimentazione.

Un primo beneficio della mindful eating sembra essere la riduzione dell’alimentazione emotiva. Come sappiamo molti pazienti utilizzano il cibo come meccanismo di coping per affrontare emozioni negative come ansia, tristezza o stress. Un trial clinico randomizzato pubblicato su European Eating Disorders Reviews intitolato “Mindful eating’ for reducing emotional eating in patients with overweight or obesity in primary care settings: A randomized controlled trial” ha evidenziato una forte correlazione tra incremento della consapevolezza durante i pasti e riduzione dell’alimentazione emotiva e del consumo alimentare incontrollato pur non avendo evidenziato una correlazione importante tra alimentazione consapevole e perdita di peso. La pratica della mindful eating consente di distinguere tra fame fisiologica e fame emotiva, facilitando una risposta adattiva basata sui bisogni reali dell’organismo e della persona, anziché su stimoli emotivi istintivi o ambientali. Questo è un aspetto già di per se importante rispetto a questa tecnica.

La gestione del peso è comunque un altro campo in cui la mindful eating si è dimostrata efficace anche se in questo ambito i risultati scientifici sembrano essere un po’ meno definiti e più contrastanti. Contrariamente ai regimi dietetici restrittivi, che spesso conducono a episodi di abbuffate e a una relazione problematica con il cibo, la mindful eating incoraggia un approccio flessibile, non giudicante e positivo alla nutrizione. Come abbiamo già indicato prima una meta-analisi pubblicata su Obesity Reviews intitolata “Mindful eating and common diet programs lower body weight similarly: Systematic review and meta-analysis” ha analizzato l’efficacia della mindful eating nella perdita di peso, concludendo che tale pratica contribuisce a una riduzione del peso sostenibile e a un miglioramento dei comportamenti alimentari anche se la differenza tra riduzione del BMI e della circonferenza vita non si è dimostrata statisticamente significativa tra pratica di Mindful Eating e altre strategie dietetiche.

La consapevolezza dei segnali di fame e sazietà è un altro aspetto importante nella mindful eating e uno dei fattori determinanti per la regolazione dell’assunzione di cibo. Attraverso l’utilizzo della scala della fame e della sazietà, che è uno strumento soggettivo in cui il paziente può classificare quanto in quel momento è affamato o sazio, i pazienti possono apprendere a identificare il momento ottimale per iniziare e terminare un pasto. Questo approccio riduce il rischio di iperalimentazione e migliora la capacità di autoregolazione alimentare. e sembra mostrare una capacità di prevenire il sovrappeso e promuovere un adeguato bilancio energetico giornaliero.

La mindful eating inoltre non agisce unicamente sull’aspetto nutrizionale, ma contribuisce anche al miglioramento del benessere psicologico. Adottando un atteggiamento non giudicante e accettando le proprie emozioni durante i pasti, i pazienti possono ridurre il senso di colpa e lo stress che spesso accompagnano le abitudini alimentari disfunzionali. Uno studio pubblicato su Nutrients ha evidenziato che programmi mirati di Mindful Eating possono migliorare la qualità della vita secondo la scala di valutazione WHO QUALITY OF LIFE-BREF prevista dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La mindful eating incoraggia i pazienti a sviluppare un rapporto positivo e non conflittuale con il cibo. Parte di questo approccio consiste nel coltivare la gratitudine per il cibo, apprezzando i processi e il lavoro che ne permettono la produzione. Questa pratica non solo può contribuire a ridurre lo spreco alimentare, ma contribuisce anche a un aumento del piacere e della soddisfazione durante i pasti. Secondo diversi autori di libri sul tema rallentare e assaporare ogni boccone promuove una connessione più profonda con il cibo e una maggiore soddisfazione, migliorando l’esperienza alimentare complessiva.

Strategie Mindful per i Biologi Nutrizionisti

Per i Biologi Nutrizionisti, l’integrazione della mindful eating nella pratica clinica può, in alcuni casi specifici, rappresentare una strategia ulteriore da utilizzare per cercare di migliorare i risultati nei pazienti.
Riporto alcune delle strategie applicabili in questo contesto:

  • Urge Surfing: Quando un paziente avverte una forte voglia di cibo, è utile insegnare la tecnica dell’“urge surfing”, che consiste nel “cavalcare” l’impulso a mangiare, osservandolo con consapevolezza senza agire immediatamente, riconoscendo che l’urgenza è di fatto soltanto una sensazione temporanea che tende sicuramente a dissiparsi con il tempo.
  • Rallentamento Consapevole durante i Pasti: Insegnare ai pazienti a masticare lentamente, posare le posate tra un boccone e l’altro, e concentrarsi sulle sensazioni sensoriali del cibo può migliorare la loro connessione con l’alimentazione, facilitando un’assunzione alimentare più equilibrata e controllata. Non parliamo neanche, ovviamente, della necessità di educare il paziente a non utilizzare strumenti informatici (TV, Tablet, Smartphone) durante i pasti, specie quelli condotti in famiglia.
  • Flessibilità nelle Scelte Alimentari: Promuovere un approccio non dicotomico verso il cibo, evitando etichette come “buono” o “cattivo”. Questo tipo di approccio permette ai pazienti di adottare una mentalità più equilibrata e di soddisfare sia le proprie esigenze nutrizionali che emozionali senza sensi di colpa.

Per concludere possiamo dire che benefici della mindful eating sono supportati da un crescente corpus di evidenze scientifiche che ne dimostrano l’efficacia nel migliorare la salute e il benessere psicofisico dei pazienti anche se probabilmente c’è bisogno di ulteriori approfondimenti su alcuni aspetti di questa tecnica che rimangono ancora poco esplorati o non completamente chiariti.
Tuttavia l’integrazione della mindful eating nelle strategie terapeutiche di un nutrizionista in studio può facilitare lo sviluppo di una relazione più sana e consapevole con il cibo, supportando i pazienti non solo nella gestione del peso corporeo, ma anche nella promozione di una maggiore soddisfazione emotiva e di un benessere complessivo migliorato.

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