Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata da alte concentrazioni di glucosio nel sangue. La dieta assume un ruolo determinante nella gestione di questa patologia e deve essere personalizzata: l’alimentazione va differenziata in base alle esigenze nutrizionali dovute all’età, alla condizione generale di salute, allo stile di vita e alla risposta dell’organismo agli zuccheri, fattori diversi tra ogni individuo. Anche se delle linee generali di trattamento esistono, è sempre opportuno rivolgersi ad uno specialista della nutrizione per non rischiare di incorrere in errori.
Cos’è il diabete mellito
Il diabete mellito (dal latino mellitus : mieloso, dolce come il miele) è una condizione caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue. La causa va ricercata in un difetto di produzione o funzionalità dell’insulina (ormone prodotto dal pancreas), necessaria al metabolismo degli zuccheri, fonte essenziale di energia per tutte le cellule e gli organi. Quando l’insulina non è prodotta a sufficienza o non favorisce adeguatamente la penetrazione del glucosio nelle cellule, questo si accumula nel sangue favorendo la comparsa del diabete.
Esistono 3 tipi di diabete:
- Diabete di tipo 1: noto anche come diabete insulino-dipendente o diabete giovanile. Si sviluppa per lo più nell’infanzia o nell’adolescenza. Le cause sono da imputare al sistema immunitario che blocca o limita la produzione di insulina aggredendo le cellule del pancreas.
- Diabete di tipo 2: riguarda il 90% dei casi e si sviluppa in età adulta, in media dopo i 35-40 anni, in soggetti in sovrappeso. Il pancreas produce insulina, ma le cellule non riescono ad usufruirne in modo efficiente. Da qui l’iperglicemia.
- Diabete gestazionale: si manifesta in gravidanza e tende a scomparire con il parto, anche se le donne che ne sono state colpite tendono più facilmente a sviluppare diabete di tipo 2 in età adulta.
Diabete mellito e dieta
Nelle persone con diabete la dieta assume il ruolo di una vera e propria terapia medica nutrizionale di base, a prescindere che si usino farmaci o meno per il controllo della glicemia. Questa cura deve essere personalizzata e messa a punto da un esperto dietista o nutrizionista che dovrà tener conto delle abitudini di vita ed alimentari del paziente e degli obiettivi da raggiungere. Il tutto con un attento monitoraggio dei parametri essenziali nel tempo, come la glicemia, la pressione sanguigna, il colesterolo, il peso e la funzionalità dei reni. Tra i fattori da tenere presente c’è anche l’età in quanto diverse sono le esigenze nutrizionali.
Diabete mellito, dieta nei bambini e negli adolescenti
Per bambini ed adolescenti affetti da diabete di tipo 1 è importante che la terapia nutrizionale mirata a livellare la glicemia non trascuri gli alimenti che favoriscono la crescita ed il normale sviluppo. Ciò può essere fatto solo in base ad una personalizzazione dietetica: un bambino che fa sport avrà bisogno di maggiori quantità di carboidrati rispetto ad uno sedentario ad esempio ed anche l’eventuale terapia insulinica andrebbe calibrata in base agli impegni ed orari. Un aspetto importante per capire il fabbisogno energetico di un bimbo è quello di valutare il suo appetito, le sue abitudini alimentari e lo standard di crescita. Parametri da impiegare anche nel monitoraggio costante. Le raccomandazioni nutrizionali per i giovanissimi con diabete di tipo 2 sono approssimativamente le stesse e mirano a normalizzare la glicemia e a modificare lo stile di vita in modo più sano, facendo attività sportiva e riducendo il peso corporeo, pur in un iter di crescita fisiologica normale.
Diabete gestazionale e diabete in allattamento, la dieta
Gli obiettivi di una dieta in caso di diabete gestazionale sono quelli di abbassare la glicemia, mantenendo i giusti nutrienti per la donna ed il bambino che porta in grembo. Occorre una buona quantità di energia per portare avanti una gravidanza, che permetta però di non prendere troppi chili. Nel primo trimestre non c’è un aumento del fabbisogno energetico, che invece sale a 300 Kcal al giorno in più nei 6 mesi successivi. Dal punto di vista nutrizionale in gravidanza occorre avere una dieta bilanciata che comprenda tutti i gruppi di nutrienti, che si abbia o meno il diabete. Questi comprendono oltre i carboidrati: proteine, vitamine, acido folico (almeno 400 mg al giorno), lipidi e ovviamente fibre. Vanno evitate bevande alcoliche e dolcificate. Non vanno saltati i pasti e gli spuntini sono concessi, anzi utili, per evitare stati di ipoglicemia. Ma i carboidrati come vanno assunti e quanti? Dipende dai singoli casi, tuttavia è sempre opportuno suddividerli nei 3 pasti principali o anche negli spuntini, a patto che alla fine della giornata si siano rispettate le quantità necessarie al fabbisogno (individuale) e alla normalizzazione della glicemia. Le diete ipocaloriche nelle donne in sovrappeso con diabete gestazionale sono da escludere in quanto possono indurre chetonemia e chetonuria. Basta una minima riduzione delle calorie giornaliere per indurre un controllo del peso contemporaneo alla normalizzazione della glicemia. E questo è possibile con una dieta a basso indice glicemico. Fondamentali sono le valutazioni dei parametri da effettuare con regolarità settimanale. Lo stesso dicasi quando nasce il bambino ed una donna con diabete deve allattare. L’allattamento richiede un imponente dispendio energetico, ma soprattutto abbassa repentinamente i livelli di glicemia. Il fabbisogno energetico nei primi 6 di lattazione mesi richiede 200 calorie in più rispetto alla gravidanza! In base ai parametri metabolici e glicemici della neo mamma può essere utile assumere uno spuntino prima di allattare.
Diabete mellito, dieta negli anziani
Nelle persone anziane solitamente l’appetito diminuisce anche in conseguenza di un fabbisogno energetico minore rispetto ai giovani, dovuto, tra le varie cose ad una ridotta attività fisica. Ciò comporta spesso una malnutrizione (più frequente del sovrappeso in questa fascia d’età) ed il rischio di crisi ipoglicemiche in pazienti diabetici. Gli esperti suggeriscono una dieta bilanciata con tutti i nutrienti e spesso, laddove necessario, anche l’integrazione di vitamine e calcio. Da promuovere uno stile di vita che comprenda un minimo di attività motoria capace di aumentare la resistenza aerobica e favorire una migliore ossigenazione, abbassare i rischi di aterosclerosi, ridurre l’adiposità e stimolare la massa muscolare, nonché la sensibilità all’insulina. Nella terapia nutrizionale medica per le persone anziane affette da diabete va inoltre considerata la co-morbilità, ovvero la presenza di altre patologie, con correlata assunzione di medicinali o particolari esigenze dietetiche, come nel caso di sviluppo di una nefropatia diabetica.