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Alimenti senza lievito, elenco e dieta

Alimenti senza lievito, elenco e dieta

Una dieta con alimenti senza lievito può essere utile per eliminare fastidiosi sintomi gastrointestinali come la pancia gonfia o la sensazione di pesantezza addominale. Si è soliti in questi casi parlare di intolleranza al lievito, ma occorre fare dei distinguo ben precisi, anche perché questa diagnosi è piuttosto controversa nel mondo medico-scientifico.


Cosa sono i lieviti?

Il lievito è una sostanza presente in numerosi cibi e bevande di impiego quotidiano. Sostanzialmente si tratta di funghi unicellulari che attivano la fermentazione degli zuccheri presenti negli alimenti a cui vengono addizionati. Il più comune è il Saccharomyces cerevisiae (o lievito di birra). Questi funghi sono comunemente presenti in modo non patologico anche nella flora intestinale (insieme a quelli della Candida, Aspergillus e Penicillium). Un loro accumulo o proliferazione attraverso i cibi può comportare sintomi spiacevoli. E’ per questo che si parla di intolleranza al lievito.

I sintomi di intolleranza al lievito

Comunemente una proliferazione di funghi a livello intestinale comporta, in alcuni individui, gonfiore addominale, flatulenza, diarrea (o stipsi), nausea e vomito. Più di rado possono svilupparsi cefalea, dolori articolari, orticaria, rinite, stanchezza ingiustificata, nervosismo. Non va dimenticata poi l’infezione da Candida albicans che conosciamo come mughetto e può svilupparsi nel cavo orale o nell’area genitale. Anche questa condizione può trovare giovamento da una dieta senza lievito.

Intolleranza al lievito esiste o no?

La questione è piuttosto controversa. I sintomi sono aspecifici, ovvero possono riguardare numerose altre patologie anche gravi come la celiachia o la sindrome del colon irritabile che in primis andrebbero escluse con indagini diagnostiche appropriate. Ma il punto focale è un altro: il lievito fermentando gli zuccheri dei carboidrati nel suo fisiologico processo sviluppa anidride carbonica. Da qui il gonfiore addominale e la maggioranza degli altri disturbi comuni. In pratica parlare di intolleranza al lievito non è appropriato in quanto non è il lievito stesso a creare fastidio all’organismo, quanto la fermentazione di cui è responsabile. Non solo: spesso alla base di tutto ci può essere un’intolleranza al lattulosio oppure all’alfa amilasi (sostanza che abitualmente viene aggiunta durante il processo di panificazione) o semplicemente uno stile di vita errato, fatto di abuso di carboidrati e sedentarietà. Tuttavia (escluse altre condizioni di salute), una dieta priva di lievito può aiutare a gestire i fastidi.

Alimenti senza lievito, elenco

In una dieta senza lievito occorre privilegiare tutti quegli alimenti che non lo contengono sia nella sua forma naturale che chimica, ma anche quelli che possono essere fonte di altri tipi di fermentazione, ricchi di zuccheri (come la maggioranza della frutta) o che scatenano sintomi simili. La lista è piuttosto lunga e permette un’alimentazione adeguatamente varia.

  • Tutte le carni (pollo, manzo, tacchino, maiale, agnello)
  • Pesce (e frutti di mare)
  • Uova
  • Verdure (da preferire quelle a basso contenuto di amido come peperoni, carciofi, insalate e cavoli)
  • Olio e Burro (ma non la margarina)
  • Aglio e cipolla (hanno proprietà antibatteriche ed antifungine, quindi sono perfetti)
  • Fagioli e lenticchie secchi o freschi (non in scatola)
  • Limoni e lime
  • Frutta (con moderazione tutta, ma va evitata quellla più dolce come l’uva, le banane o i fichi)
  • Avocado
  • Olive nere
  • Frutta secca
  • Caffè, tisane e té escluso quello nero e tutte le bevande pronte già zuccherate)
  • Dolcificanti naturali (come la stevia, ma non lo zucchero)
  • Aceto di mele
  • Pane azimo
  • Riso, pasta di riso, torte di riso e cereali di riso
  • Crakers, grissini, fette biscottate e piadine senza lievito
  • Cereali integrali, preferibilmente freschi
  • Pasta integrale

Dieta senza lievito

Per bilanciare bene i nutrienti è opportuno rivolgersi ad uno specialista dietista o nutrizionista. Il rischio del fai-da-te è quello di eliminare i carboidrati con un pericoloso scompenso energetico, oppure di introdurre cibi apparentemente innocui (come la frutta), che in realtà sono ricchi di zucchero. Una dieta equilibrata deve comprendere 2 pasti principali, la colazione e due spuntini, in modo da permettere un costante senso di sazietà, ed evitare abbuffate che possono aumentare la sintomatologia.

  • Colazione: latte di riso o tè verde con fette biscottate o cereali al riso
  • Spuntino: grissini o crakers
  • Pranzo: risotto al pesto, trancio di salmone ed insalata condita con limone o aceto di mele
  • Spuntino: come la mattina
  • Cena: bistecca di manzo, verdure, 50 grammi di pane azimo.

Per eliminare i sintomi dell’ “intolleranza al lievito” occorre depurare l’organismo per almeno un paio di mesi, ma già dopo 2 settimane, in caso di miglioramento, è possibile reinserire nella dieta alcuni cibi come le patate, frutta non eccessivamente zuccherina e volendo anche qualche prodotto di panificazione, come la pizza. In tal caso però non in abbondanza e non più di una volta a settimana, preferendo quella realizzata in casa con lievito naturale e a lenta lievitazione. A poco a poco si potranno reintrodurre tutti gli altri alimenti. La dieta per l’intolleranza al lievito è e deve essere transitoria.

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