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Il Biologo Nutrizionista OnLine: tra opportunità professionali, sfide e pericoli

La figura del Biologo Nutrizionista oggi è profondamente cambiata rispetto a quella che era anche solo già 10-15 anni fa. Oggi la presenza sul web di un professionista della nutrizione apre la porta a importanti opportunità professionali ma presenta delle sfide specifiche (e anche dei pericoli) che è fondamentale valutare.
E’ opportuno saper “bilanciare” i vantaggi che derivano dal web con il rispetto dei principi etici e morali del professionista della salute con l’attitudine personale ad esporsi in prima persona con metodi di comunicazione inusuali a cui magari più di qualcuno di voi potrebbe non essere abituato. A tutto questo ci dobbiamo aggiungere anche che bisogna sempre muoversi nel rispetto di ciò che è contenuto nel Codice Deontologico dei Biologi al fine di non andare contro i principi etici e normativi della nostra professione.

Opportunità Professionali

Il paziente oggi cerca risposte sempre più immediate, facili e in tempo reale. Il miglior metodo che il paziente ha per ottenere tutto questo è usare il web.
Con pochissimi click il paziente cerca online il professionista a cui rivolgersi e cerca anche soluzioni cliniche alle sue patologie, cosa che talvolta può diventare molto pericolosa se non adeguatamente gestita.

Il professionista dal canto suo deve essere in grado di rispondere a questa velocità, deve rendersi “disponibile” a lasciarsi cercare sul web o, ancora meglio, deve contribuire a pubblicare sul web le informazioni che il paziente sta cercando. Il Titolo di Studio, le Abilitazioni, i Master e i Corsi di Perfezionamento oggi sembrano avere un ruolo quasi secondario rispetto all’importanza che invece riveste la velocità e la capacità con cui noi professionisti sanitari della nutrizione ci muoviamo online. Noi sappiamo che non è così e cioè che la formazione e la competenza per il nostro lavoro sono il principio cardine irrinunciabile per poter esercitare il nostro lavoro ma, nel frattempo, ci scontriamo con un nuovo modo di farci pubblicità del tutto immersivo che può anche “travolgerci” se non sappiamo come cavalcare l’onda.

In che modo un biologo nutrizionista può essere presente online?

Fino a circa sette / otto anni fa avrei risposto: “Ovvio, con un bel sito web!” oggi invece le cose sono profondamente cambiate e la presenza online è qualcosa di molto più complesso, variegato e strutturato rispetto ad avere un semplice sito web.

In effetti oggi la presenza online passa per diversi supporti tra cui primariamente i social network che sono luoghi virtuali in cui chi si vuole far conoscere al pubblico del web (e quindi alla stragrande maggioranza della popolazione generale) deve necessariamente stare. Successivamente viene certamente un buon sito web, particolarmente curato, professionale.

Il Sito Web

Avere un sito web è un’operazione ambigua: da un lato un sito web rappresenta una importante vetrina per il tuo lavoro e un’occasione per entrare in contatto molto diretto con i tuoi potenziali pazienti. Dall’altro lato però un sito web può trasformarsi anche in un pessimo biglietto da visita se questo sito è lasciato al caso, non è curato nel tempo, non è mantenuto e, soprattutto, se non fornisce contenuti di valore.

Partiamo dal presupposto che oggi, rispetto a qualche anno fa, realizzare un sito web è un’operazione molto semplice che molti professionisti possono fare anche in autonomia (se hanno voglia, curiosità e tempo). In effetti esistono diversi servizi di realizzazione siti web semplificati come Wix oppure WordPress che permettono sostanzialmente a chiunque di realizzare un sito web ben fatto in pochi click. Il sito deve essere composto da sezioni utili per il paziente (e non solo interessanti per noi). La sezione biografica dettagliata dovrebbe includere il percorso formativo, le specializzazioni e il numero di iscrizione all’Albo. L’area servizi deve offrire una descrizione chiara delle prestazioni con relativo tariffario, mentre il blog scientifico dimostra aggiornamento continuo e competenza attraverso contenuti di qualità. Fondamentali sono anche un sistema di prenotazione sia online che offline con modalità chiare per l’accesso alle prestazioni e la compliance normativa con privacy policy, cookie policy e consenso informato. Faccio presente che sia servizi come Wix che WordPress offrono efficaci tool per prenotazioni online integrabili direttamente nel sito.

Social media per Biologi Nutrizionisti: visibilità, empatia e autorevolezza

Oggi si discute molto sull’effettiva utilità del sito web rispetto all’impatto pubblicitario e divulgativo invece apparentemente di gran lunga superiore che hanno assunto i social media nella nostra professione. I social network sono diventati uno strumento indispensabile nella comunicazione digitale per ogni biologo nutrizionista anche se, a mio avviso, un sito web ben realizzato è sempre necessario in quanto permette di fornire al cliente un’immagine decisamente professionale e coerente con il nostro percorso di studi (cosa che spesso viene meno nella comunicazione che tutti noi faccimo sui social).
Piattaforme come Facebook, Instagram, LinkedIn, YouTube e TikTok offrono la possibilità di raggiungere quotidianamente un pubblico vastissimo, instaurando interazioni immediate, sebbene non sempre “autentiche” e produttive. Proprio perchè il pubblico che potenzialmente possiamo raggiungere è vastissimo è molto importante usare questi strumenti con un alto senso di responsabilità e deontologia professionale.

Questi strumenti digitali non si limitano a fornire semplice visibilità: talvolta consentono, infatti, di creare relazioni profonde, annullando le distanze fisiche e temporali. Attraverso una pagina Facebook o un profilo Instagram, ad esempio, il nutrizionista può raccontarsi giorno dopo giorno, condividendo esperienze, valori professionali, e buone pratiche. Questa presenza costante e autentica aiuta il pubblico a sentirsi coinvolto, compreso e supportato nei propri percorsi di benessere.

La condivisione frequente di contenuti di valore, come brevi video educativi, infografiche informative, fotografie stimolanti o articoli divulgativi è un’ottima strategia per rispondere concretamente alle domande più comuni e ai dubbi diffusi sull’alimentazione che ogni giorno le persone si pongono. Questa modalità di comunicazione favorisce nel tempo la costruzione di una community fidelizzata, in cui il professionista viene percepito come una fonte affidabile e autorevole, capace di orientare le scelte alimentari e di stile di vita del proprio pubblico (evitiamo di chiamare il pubblico con il termine “followers” che in nutrizione potrebbe anche essere interpretato come un termine fuorviante).

Ci sono molti studi sul marketing online che confermano che oggi i social media rivestono un ruolo cruciale nel processo decisionale degli utenti che scelgono un professionista della nutrizione. Molti, ahimè, iniziano il proprio percorso alimentare proprio sui social, seguendo consigli e suggerimenti divulgati da esperti qualificati. Nel tempo però, osservando la competenza, la serietà e l’efficacia delle informazioni condivise, gli utenti maturano fiducia e consapevolezza, passando dal semplice interesse iniziale a un effettivo rapporto professionale. Questo era ancora più vero quando era possibile per un Biologo Nutrizionista effettuare consulenze a distanza. E’ invece meno rilevante oggi che questa possibilità non esiste più.

Tuttavia lasciami dire una cosa importante: emergere efficacemente sui social non è semplice e richiede una strategia ben pianificata e una presenza costante e continua nel tempo anche quando il pubblico è composto da 20 persone. Nel settore della nutrizione la concorrenza è molto alta e spesso molto agguerrita. Per distinguersi è necessario pubblicare regolarmente contenuti professionali, originali e autentici, mantenendo sempre un elevato standard qualitativo. Per distinguersi purtroppo molti biologi nutrizionisti o dietisti o professionisti sanitari ricorrono anche a modalità di comunicazione social poco consone alla posizione sanitaria ricoperta finendo così, spesso, per ridicolizzare un’intera categoria di professionisti. Questo è ciò che, secondo me, andrebbe assolutamente evitato e tenuto alla larga da noi.

Tra le strategie più efficaci di comunicazione social invece ci sono ad esempio sessioni periodiche di domande e risposte (Q&A), pubblicazioni di ricette semplici e salutari create direttamente dal nutrizionista, brevi video esplicativi o infografiche sulla lettura delle etichette alimentari, oppure momenti “dietro le quinte” che mostrano aspetti del lavoro quotidiano sempre rispettando la privacy dei pazienti e dei luoghi professionali evitando di girare video in diretta Instagram mentre si visita e si parla con il paziente (questo è uno degli atteggiamenti da tenere lontani da noi).

Un altro aspetto fondamentale è la netta separazione tra il profilo personale e quello professionale. Creare un account specificamente dedicato alla professione consente di mantenere un tono comunicativo adeguato e coerente, beneficiando anche di strumenti specifici offerti dai profili business (come statistiche dettagliate e possibilità di sponsorizzazione mirata). È importante indicare chiaramente nel profilo professionale tutti i titoli accademici, l’iscrizione all’Albo professionale e le eventuali specializzazioni, così che chiunque interagisca con il contenuto sappia di essere di fronte a un professionista qualificato.

Sfide e criticità per il professionista sanitario online

Accanto alle opportunità interessanti e lodevoli che abbiamo appena visto, la comunicazione online presenta importanti criticità peculiari per i professionisti sanitari come i biologi nutrizionisti. Internet è un luogo libero e aperto, ma proprio questa natura pone rischi da non sottovalutare. Di seguito analizziamo alcune delle sfide principali: la dilagante disinformazione, i confini deontologici nell’interazione con il pubblico, e le attenzioni da avere per tutelare privacy, decoro professionale e credibilità scientifica. Tutti temi a cui personalmente tengo moltissimo (potrei sembrare noioso, lo so 🙂).

Disinformazione e concorrenza sleale dell’“esperto” improvvisato

La disinformazione nutrizionale rappresenta oggi una delle sfide più significative nel panorama della comunicazione scientifica digitale. Il fenomeno assume proporzioni preoccupanti quando analizziamo la proliferazione di contenuti privi di fondamento scientifico che caratterizza gran parte delle piattaforme social contemporanee.

Il web è un terreno fertile per la diffusione di approcci alimentari non validati scientificamente, spesso presentati attraverso strategie comunicative emotivamente coinvolgenti ma metodologicamente scorrette. Oggi molti nutrizionisti sono ogni giorno alla ricerca di una “notizia shock” in ambito nutrizionale e le proposte bizzarre in termini di nutrizione si moltiplicano con una frequenza allarmante, supportate da testimonial privi delle competenze necessarie per valutare criticamente gli effetti metabolici e nutrizionali delle pratiche che promuovono.

La situazione si complica ulteriormente quando consideriamo l’impatto di figure non qualificate che operano nell’ambito della consulenza nutrizionale. Questi soggetti, spesso dotati di notevole capacità comunicativa ma privi della formazione scientifica indispensabile, creano un ambiente competitivo distorto che penalizza l’approccio evidence-based tipico della professione del biologo nutrizionista.

Dal punto di vista deontologico, emerge una problematica particolarmente delicata: il rischio di legittimare involontariamente pratiche abusive attraverso la semplice presenza del professionista qualificato in spazi digitali condivisi. La FNOB si è espressa su questo tema e potete trovare un breve avviso qui.

La complessità del fenomeno richiede un approccio strategico complesso. Il professionista deve sviluppare competenze specifiche per navigare questo ambiente comunicativo che viaggia sul filo sottile che divide l’informazione seria da informazione finalizzata esclusivamente ad aumentare follower e guadagni.

L’analisi critica delle fonti diventa quindi una competenza indispensabile non solo per il professionista, ma anche per il pubblico che deve essere educato a riconoscere le fonti dotate di affidabilità scientifica. Spesso vedo nutrizionisti che, per supportare le proprie affermazioni,  mostrano articoli scientifici collocabili alla base (e non all’apice) della piramide dell’evidenza scientifica. Questo è un atteggiamento di serietà scientifica dubbio.

L’obiettivo finale del professionista sanitario online dovrebbe essere quello di trasformare ogni interazione digitale in un’opportunità di educazione scientifica, contribuendo alla formazione di una popolazione più consapevole e capace di compiere scelte alimentari basate su evidenze solide piuttosto che su mode passeggere o promesse irrealistiche.

Confine tra informazione e consulenza: attenzione ai consigli personalizzati

Un’altra criticità tipica per i professionisti sanitari online è il rischio di sconfinare dalla divulgazione alla consulenza personalizzata senza le dovute accortezze.
Sui social ci sono gruppi di persone che chiedono ripetutamente informazioni nutrizionali e si aspettano risposte competenti. Il nutrizionista è tentato di fornire tali risposte ma è necessario comprendere dove finisce la comunicazione e dove inizia la “consulenza” che, in tal caso, sarebbe una consulenza online inappropriata per modi e tempi.
La comunicazione pubblica dovrebbe mantenersi su un piano generale e informativo, evitando di fornire indicazioni troppo specifiche su casi individuali.
 Un nutrizionista può aiutare il pubblico a sviluppare scelte consapevoli, ad esempio spiegando i principi di una dieta equilibrata o come leggere le etichette alimentari. Tuttavia, non può formulare diagnosi o diete personalizzate online a persone con cui non ha instaurato un rapporto professionale formale e serio.

Conflitti di interesse e promozione di prodotti: cosa evitare

Un altro tema delicato, esploso con l’avvento dei social, è quello degli sponsor e delle partnership commerciali. Capita che aziende del settore alimentare o del wellness propongano a biologi nutrizionisti di sponsorizzare prodotti (integratori, test genetici, cibi specifici) offrendo compensi o visibilità. Ecco, secondo il Codice Deontologico questo rappresenta un potenziale conflitto di interessi con la professione. Ciò significa che un nutrizionista dovrebbe consigliare ai pazienti solo ciò che è scientificamente valido e appropriato, non farsi influenzare da guadagni personali o accordi commerciali. Personalmente ho rifiutato alcune proposte di questo tipo indipendentemente dai possibili accordi commerciali che ne sarebbero potuti nascere.

Rispetto dei rapporti con i colleghi

Infine voglio chiudere dicendo che comunicare online in modo etico significa anche rispettare i rapporti corretti con gli altri professionisti. Alcune norme deontologiche richiamano l’attenzione sul comportamento pubblico del biologo nei confronti di colleghi e altre figure. E’ un aspetto ovviamente citato anche nel codice deontologico che impone lealtà e correttezza nei confronti dei colleghi cosa che ad esempio viene meno su piattaforme come TikTok quando si procede a realizzare il cosiddetto “Stitch” dei video ossia la funzione che permette di tagliare pezzi di video di altre persone e incollarli sui nostri video criticandoli pubblicamente. Sono numerosi i colleghi biologi nutrizionisti che utilizzano questa funzione per fornire informazioni corrette laddove qualcuno avesse fornito informazioni palesemente sbagliate (intento lodevole e finalità apprezzabile). Tuttavia spesso questo sistema viene anche semplicemente utilizzato per catturare più facilmente l’interesse del pubblico che inevitabilmente si interessa a due professionisti che si contraddicono duramente o, peggio ancora, che litigano online in un botta e risposta antipatico e vicendevolmente denigratorio.
Le discussioni scientifiche sono lecite, ma sempre condotte con rispetto e su basi oggettive.

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